Lo scorso 21 novembre si è svolta a Genova una performance teatrale al Teatro dell’Archivolto in collaborazione con il Goethe Institut. Titolo: Vergini nere, in tedesco Schwarze Jungfrauen. Il testo è di Feridun Zaimoglu, uno scrittore nato nel 1964 in Anatolia, trasferitosi a pochi anni in Germania con la famiglia. Autore in lingua tedesca di numerosi romanzi pubblicati anche in Italia, descrive il mondo degli immigrati musulmani in Germania (È diventato famoso con Kanak Sprak, dove racconta la vita e lo slang meticcio degli immigrati turco-tedeschi). Provocatorio, durissimo e con un linguaggio molto crudo, il testo è stato rappresentato per la prima volta in Italia. Tema la convivenza di religioni e culture diverse. Redatto in cinque monologhi basati su interviste con donne musulmane che vivono in Germania, la performance è reduce di un successo travolgente in Germania. Dopo le letture di tre brave attrici (Simonetta Guarino, Rosanna Naddeo, Arianna Comes), ha fatto seguito un dibattito condotto da Farian Sabahi, docente di Storia dei Paesi islamici e Culture politiche dell’Islam all’Università di Torino e L’évolution politique et sociale en Iran all’Università di Ginevra, con la partecipazione della drammaturga tedesca Susanne Vincenz e la sottoscritta.
Vedi mio articolo I minareti e la paura dell’Altro sul sito http://www.glieuros.eu/spip.php?lang=it
Il voto elvetico anti-minareti ha scatenato cori di polemiche e proteste ma anche di consensi e approvazioni in tutta Europa. La verità evidente, ma troppo spesso ignorata o volutamente occultata da molti occidentali, è che l’Islam è un universo estremamente articolato e prismatico. Lo dimostrano le opere dello scrittore turco-tedesco Feridun Zaimoglu, le stesse che raccontano il dramma dell’immigrazione e al contempo ci rammentano con brutalità l’incapacità delle nostre società di accogliere e aiutare.